Risotto con le sarde alla palermitana e fiori di finocchietto

Se vi è mai capitato di assaggiare la pasta con le sarde alla palermitana saprete sicuramente di che bontà sto parlando.

In questo piatto il sapore intenso e deciso di questo pesce azzurro trova il giusto equilibrio con la delicata freschezza del finocchietto selvatico, un connubio di sapori molto particolare con note marine, torbate, dolci e dal vago sentore di anice; un signor primo piatto!

Con questa ricetta partecipo al Contest “Buon appetito… Fiorellino! Non sono solita preparare questa ricetta considerando che in Veneto non è poi così facile trovare questa pianta selvatica, soprattutto in questa stagione, ma quando è iniziato il Contest “Buon appetito… Fiorellino” indetto da AIFB (Associazione Italiana Food Blogger) e ZEM Edizioni mi sono chiesta che idea originale potessi creare per rispettare il tema dei fiori eduli.

Ed è proprio qui che entra in ballo questa classica ricetta della cucina siciliana.

Questa è la mia versione, assolutamente rivisitata e stravolta (tengo a precisarlo perchè so quanto i palermitani e siciliani in genere siano legati a questo piatto e non voglio si pensi che sia la versione originale) della pasta con le sarde. Si tratta di un risotto al Passito di Pantelleria con fiori di finocchietto selvatico, sarde fritte e polvere di pinoli tostati.

Sicuramente un piatto insolito che però sono certa vi stupirà: la dolcezza corposa del Passito di Pantelleria richiama la classica uvetta sultanina presente nel piatto originale e la freschezza del fiore del finocchietto selvatico, oltre a richiamare il sapore della pianta aromatica, profuma indescrivibilmente questo risotto con note di anice!

Risotto con le sarde alla palermitana ilprofumodeldejavu

ricette risotto con il pesce raffinato ilprofumodeldejavu

RISOTTO CON LE SARDE ALLA PALERMITANA E FIORI DI FINOCCHIETTO

Tempo di preparazione: 40 minuti

Difficoltà: media

Dosi per 4 persone.

  • 350 g di vialone nano
  • 1,5 l di brodo vegetale
  • 1 cipolla bianca piccola
  • 1 bicchiere di Passito di Pantelleria
  • 4 noci di burro
  • 1/2 loomi nero grattugiato (facoltativo)
  • 2 cucchiai di fiori di finocchietto
  • 200 g di sarde fresche
  • 20 g di pinoli
  • 1 uovo
  • pan grattato q.b
  • sale e pepe nero q.b

Per realizzare questo particolare (ma vi assicuro buono) risotto dovete partire con il pulire le sarde. Toglietegli la testa e con il pollice, scendendo lungo la pancia, apritele a libro ed evisceratele; a 4 sarde mantenete integra anche la coda.

Mondate ed affettate sottilmente la cipolla bianca e fatela soffriggere dolcemente in una casseruola con un filo d’olio extravergine d’oliva, non appena inizia ad imbiondire versate anche il riso e fatelo tostare a fiamma alta finchè i chicchi non diventano traslucidi. A questo punto versate lungo i bordi della padella, così da non far assorbire ai chicchi di riso l’alcool, il Passito di Pantelleria e sfumate a fuoco vivace fino a completo assorbimento.

Iniziate la cottura del risotto seguendo il vostro metodo preferito, a me piace versare ed aggiungere poco per volta il brodo vegetale fino ad ultimare la cottura.

Quando mancano 10 minuti alla fine della cottura del risotto prendete le sarde (conservando a parte le 4 con la coda) e tagliatele a pezzettini.

Le 4 sarde conservate, invece, panatele passandole prima nell’uovo sbattuto e poi nel pan grattato, quindi friggetele per 2 minuti (1 per lato) in abbondante olio di semi bollente e scolatele. Unite al risotto le sarde a pezzetti ed i fiori del finocchietto, salate e pepate a piacere.

Mentre il risotto termina la cottura grattugiate mezzo loomi nero nel burro rimanente ed iniziate a sbatterlo in modo da renderlo bello arioso, dopodichè tostate per qualche minuto i pinoli in padella e componete il piatto.

Servite il risotto alle sarde con una spolverata di pinoli tritati e di fiori di finocchietto ed al centro adagiatevi una sarda fritta con una quenelle di burro aromatizzato al loomi!

Risotto con le sarde e fiori eduli ilprofumodeldejavu

Il riso è un cibo bellissimo. E’ bello quando cresce, file precise di gambi verde brillante che si stagliano verso il sole estivo; è bello quando viene raccolto, covoni dorati in autunno, impilati in risaie simili a patchwork; è bello quando, trebbiato, si riversa nei silos come un mare di piccole perle; è bello quando è cucinato da una mano esperta, bianco splendente e dolcemente fragrante.

Shizuo Tsuji

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